Un cliente segnalato come cattivo pagatore, un’azienda poco collaborativa, e un rifiuto alle spalle
All'inizio del 2024 ci contatta il Signor Giacomo, dipendente edile di una grande azienda romana che opera in tutta Italia. Conosciamo bene l’azienda, sappiamo che non è semplice gestire pratiche con loro: rilasciano certificati con lentezza e seguono regole interne molto rigide.
Giacomo ci racconta di essere segnalato nelle banche dati e di aver bisogno di un prestito da 10.000 euro. Nessuno glielo concede. Neanche la cessione del quinto sembra percorribile, a causa del suo contratto edile e di altri tentativi andati a vuoto.
Analizziamo subito la situazione e gli spieghiamo che la cessione del quinto è possibile anche per un edile… ma nel suo caso dobbiamo attendere che maturi almeno 3 anni di anzianità lavorativa (che avrebbe compiuto a novembre 2024). Rimaniamo d’accordo per sentirci in autunno.
La trattativa con una nota finanziaria online, l’infortunio e i problemi con il TFR
A ottobre 2024 Giacomo non si fa più sentire. Quando lo ricontattiamo a gennaio 2025, scopriamo che aveva avviato una pratica con una nota finanziaria online, ma la cosa è saltata. Ci invia una busta paga di settembre su cui formuliamo un nuovo preventivo. La proposta lo convince e decide di procedere. Solo a quel punto, dopo avergli richiesto l'intera documentazione e le buste paga aggiornate, scopriamo che Giacomo è in infortunio proprio da settembre, con rientro previsto solo a inizio gennaio.
Nessuna pratica può partire con un cliente non in servizio. Scopriamo che anche la precedente finanziaria, con cui Giacomo aveva avviato la procedura mesi prima, aveva tentato invano di portare a termine la pratica. Con ogni probabilità, proprio l'insuccesso di quella lunga trattativa ha contribuito al suo stato di sconforto. Noi, al contrario, non avremmo mai impostato la pratica in quelle condizioni. A quel punto gli chiediamo tutta la documentazione per iniziare sul serio, con una strategia concreta e mirata.
3 ostacoli seri da risolvere prima ancora di poter ottenere l'approvazione del prestito
Durante l’istruttoria, emergono tre grandi criticità:
- Mancava la prova del rientro in servizio: niente timbrature né busta paga post-rientro.
- Attestato di servizio intestato a un’altra finanziaria: l’azienda non rilascia nuovi attestati per 90 giorni dall’emissione del primo, a meno che non riceva un annullamento formale da parte della finanziaria che l’ha richiesto inizialmente.
- TFR in parte in azienda, in parte al fondo pensione: ma i dati del fondo non coincidevano con le dichiarazioni aziendali.
Passi avanti, con pazienza (e tanta diplomazia)
Nonostante la sua fiducia altalenante, Giacomo ha deciso di affidarsi comunque al nostro metodo. Lo abbiamo accompagnato passo dopo passo:
- Otteniamo l’annullamento formale dalla precedente finanziaria → l’azienda ci rilascia un nuovo attestato.
- Il nuovo attestato non riportava il rientro in servizio → riusciamo a ottenere una PEC ufficiale dall’azienda con la data esatta del rientro (non è stato facile!).
- Sul TFR, ricostruiamo tutto tramite buste paga storiche → dimostriamo che non ha ricevuto anticipi e che i contributi sono coerenti.
Nel frattempo, manteniamo comunicazioni costanti con Giacomo, spiegandogli ogni passaggio. Anche nei momenti di sconforto o tensione, non abbiamo mai perso la linea.
Il valore dell’esperienza: edili, TFR e calcolo corretto del quinto
Molti sottovalutano una cosa: il calcolo del quinto per i dipendenti edili salariati è molto particolare. Noi lo conosciamo bene, dopo oltre 20 anni nel settore.
La precedente finanziaria gli aveva prospettato un preventivo in 120 mesi con un erogato di circa 12.000 euro. Il nostro, invece, era sviluppato in 72 mesi con un erogato di circa 17.250 euro.
Il nostro preventivo è stato più conveniente: rata più alta ma durata più breve, quindi meno interessi totali e anche la possibilità di poter accedere prima a un eventuale rinnovo della cessione del quinto.
Giacomo ha accettato il nostro preventivo il 7 gennaio. Da quel momento in poi ci siamo messi al lavoro sulla sua pratica. Siamo riusciti a risolvere tutti i problemi entro il 29 gennaio e in quella data abbiamo potuto inviare la pratica in delibera ed ottenere l'approvazione. Il 7 febbraio 2025, Giacomo ha ricevuto la liquidazione sul conto.
Cosa possiamo imparare da questo caso
- Anche con una segnalazione, un contratto edile, un infortunio e un’azienda poco disponibile, si può fare una cessione del quinto, purché ci sia il tempo, la competenza e una guida affidabile in grado di affrontare ogni ostacolo tecnico o pratico.
- Scegliere l’interlocutore sbagliato, o preferire quello che ci racconta ciò che vogliamo sentirci dire, invece di chi ci dice subito una verità magari scomoda, può costare caro. Come nel caso di Giacomo, affidarsi inizialmente a chi gli ha promesso una soluzione subito realizzabile gli ha fatto perdere mesi preziosi e ha complicato il nostro lavoro (vedi il caso dell'attestato di servizio già rilasciato).
- La maggior parte delle pratiche fallisce non tanto per mancanza di soluzioni, quanto perché il cliente stesso, spesso inconsapevolmente, rallenta il processo: documenti incompleti, fiducia intermittente, fasi emotive con richieste contraddittorie. Noi viviamo dei risultati che otteniamo per i clienti, se potessimo, i soldi li faremmo arrivare in 30 secondi. Ma questo lavoro richiede analisi, pazienza, e soprattutto un gioco di squadra.
- È indispensabile che il consulente abbia gli strumenti per risolvere i problemi, ma ciò è possibile solo se chi chiede aiuto è davvero pronto a collaborare e fidarsi del percorso.
In Finimprest ci prendiamo carico delle pratiche difficili. Ma per ottenere risultati, serve un cliente che ci dia davvero fiducia.
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