Prestito a cattivi pagatori

Prestito a cattivi pagatori


Il prestito a cattivi pagatori è la soluzione ideale in
caso
di segnalazioni negative in banche dati.

 

Il prestito a cattivi pagatori viene incontro alle esigenze di carattere personale dei lavoratori dipendenti e pensionati che necessitano liquidità, è un prestito con trattenuta diretta in busta paga o sulla pensione.

 

  • Per i dipendenti statali, pubblici, privati e per pensionati.
  • Rata fissa per tutta la durata della cessione.
  • Tasso fisso per tutta la durata.
  • Tempi di rimborso da 24 a 120 mesi.
  • Senza finalità di spesa.
  • Direttamente a casa tua.
  • Anche in presenza di altri prestiti o mutui.
  • Nessun problema di fattibilità per cattivi pagatori.
  • Anche in presenza di protesti e pignoramenti.

 

E' possibile accedere al prestito a cattivi pagatori tramite i prodotti: cessione del quinto e
delegazione di pagamento.

 


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Caratteristiche principali

 

Cosa significa essere cattivi pagatori.

Risultare cattivo pagatore o mal pagatore significa essere segnalato negli elenchi SIC (sistema di informazioni creditizie) come Crif, Ctc, Experian, Eurisc etc.., tali segnalazioni possono essere originate da ritardi o mancati pagamenti del rimborso delle rate o più semplicemente per richieste di finanziamenti rifiutati.

Attenzione anche facendo da garante ci si può trovare iscritti nell'elenco dei cattivi pagatori. Per approfondimenti sulle banche dati consultare la nostra guida.

 

Prestito a cattivi pagatori.

Il prestito ideale per venire incontro alle esigenze di carattere personale di dipendenti e pensionati che siano segnalati in banca dati negativamente. Nessuna necessità di possedere un conto corrente.

Ciò che serve è la tua busta paga o pensione.


Con la cessione la rata è trattenuta direttamente dalla busta paga.

Il prestito garantito, conosciuto anche come prestito tramite cessione del quinto, è un
finanziamento personale non finalizzato. Viene erogato con un tasso di interesse fisso, rimborso a rate costanti fino a 120 mesi.

La rata comprende tutti i costi accessori, i costi assicurativi per rischio vita ed impiego, la quota capitale e la quota interessi. In quanto prestito non finalizzato, l'importo ricevuto può essere utilizzato per qualsiasi motivo senza alcuna giustificazione di spesa nè finalità richiesta da parte dell'ente erogatore.

In pratica, la cessione del quinto dello stipendio, è una forma di prestito adatta ad ottenere liquidità per ogni tipo di acquisto: auto, ristrutturazione, matrimonio, viaggi, benessere, salute e altre necessità.

Spetta al datore di lavoro rimborsare mensilmente l'importo della rata, trattenendola dalla busta paga del dipendente, che ha utilizzato questa forma di prestito per finanziare i suoi acquisti o per liquidità personale.

Lo stesso datore di lavoro si assume la responsabilità di effettuare puntualmente e regolarmente le trattenute in busta paga in favore dell'ente finanziatore.

Nel caso il datore di lavoro sia una azienda privata si impegnerà a vincolare il TFR del dipendente a favore della Società Erogante fino al termine del finanziamento.

L'importo della rata di un prestito tramite cessione del quinto viene calcolato avendo come base lo stipendio netto del dipendente e non può eccedere 1/5 (un quinto) del medesimo.


Il prestito tramite cessione del quinto dello stipendio è rivolto a tutte le categorie di lavoratori, siano essi statali, pubblici che privati, come previsto dalle disciplina originaria del 1950 (la 180/1950) e, a seguito delle ultime disposizioni legislative in materia, è divenuto un diritto anche per i pensionati INPDAP, INPS, IPOST ed ENPALS.

Il prestito tramite cessione del quinto può essere estinto volontariamente in via anticipata, con il pagamento di una penale sul debito residuo (la penale di solito è dell'1%). Il debito residuo è la porzione del prestito (a titolo di capitale, che non include cioè gli interessi) che il debitore deve ancora versare al creditore.

La cessione del V è coperta per legge da specifiche polizze assicurative: rischio vita e rischio impiego.

La prima tutela il cliente e quindi i suoi eredi in caso di premorienza, la seconda
nell'eventualità della perdita del lavoro per cause non dipendenti dalla sua volontà.

 


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